Rompo questo mio lungo silenzioso, produttivo e creativo, per raccontarvi di come, per ben due volte, abbiamo cercato di raggiungere il Paesaje Lunar, un luogo surreale immerso nella Corona Forestal, testimonianza della ricchezza e della varietà naturalistica di quest’isola.
Il Parco Naturale della Corona Forestale, la più estesa area naturale protetta delle Canarie, raccoglie un grande campione di pini dell’arcipelago, esemplari incredibili che hanno sviluppato un’inverosimile capacità di rigenerazione: distrutti a ogni passata eruzione vulcanica, sono ora resistenti al fuoco, grazie ad uno spesso strato di corteccia che ne riveste il tronco.

La prima volta, durante le vacanze natalizie, raggiunto il Mirador de Pino Gordo, ci siamo dovuti arrendere di fronte alle temperature davvero rigide per l’isola, non essendo attrezzati, e alla nebbia calata su ogni cosa, rendendo difficile la vista e l’idea anche solo di dove fossimo.
La seconda volta, in una calda giornata di febbraio, abbiamo prima passeggiato per il borgo di Vilaflor, a 1500 mt s.l.m., e poi pranzato in terrazza a Casa Pana. Una cucina semplice e gustosa e un espresso sorprendentemente buono: osservando lo zucchero che faticava a immergersi in un caffè ristretto al punto giusto, io e Antonio ci siamo guardati sbalorditi e il gusto intenso ci ha fatto per un attimo pensare di essere a casa.
E così, con la pancia piena (vi sconsiglio di seguire il mio esempio, meglio organizzarsi con un pranzo veloce a sacco, da gustare immersi nella natura), ci siamo incamminati verso il Paesaje Lunar, seguendo le precise indicazioni per il sentiero più breve (scelta pigra) che ci aveva dato poco prima il cameriere: in auto in direzione Teide, al km 66 si imbocca la strada sterrata sulla destra percorrendola per ben 7 km, fino al cartello che indica il Paesaje Lunar a 1,8 km. Lì si può parcheggiare l’auto e iniziare il sentiero che, in circa 50 minuti, porta al belvedere Los Escurriales.
Esiste un un percorso ad anello da Vilaflor – ben indicato – di 12,9 km con un dislivello totale di quasi 800 mt, attraverso il Camino Real de Chasna, un’antica via di comunicazione che univa la parte settentrionale dell’isola con quella meridionale.

Dal belvedere, il percorso di avvicinamento ai camini delle fate non vi sembrerà ben delineato, ma con occhio più attento, riuscirete a intravederlo sulla sinistra e con una piccola salita finale, ecco che vi ritroverete davanti a queste stravaganti formazioni di materiale vulcanico bianco, continuamente modellate dal vento.

Il colpo d’occhio è pazzesco e, arrivando qui quasi al tramonto, abbiamo ammirato gli ultimi raggi del sole tingere le rocce di un caldo color oro, circondati dal silenzio, interrotto solo da grandi fischi del vento. Il terreno, in pendenza e sdrucciolevole, non ci ha permesso di avvicinarci troppo, ma forse meglio così, questi ambienti vanno salvaguardati!

A presto
Marianna
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