Eccomi qui, stavolta con un progetto da raccontare, un’evoluzione di ciò che questo blog significa per me.
Ma prima forse devo mettermi a nudo per spiegare chi sono e cosa faccio nella vita.
Ho studiato fashion design all’Istituto Europeo di Design e ho iniziato a lavorare come stagista subito dopo la laurea.
Non contenta, o forse perché è vero, non riesco mai a fare una sola cosa alla volta, o perché il nostro destino è davvero già scritto, mi sono iscritta al corso di laurea in editoria e pubblicistica all’università della mia città.
A soli 9 esami dalla laurea ho abbandonato gli studi perché nel frattempo (2010) avevo avviato la mia attività: una linea di t-shirt ricamate a mano. Così tra fornitori da seguire, fiere, distribuzione e ricami da realizzare, fare altro mi risultava impossibile.
Ma nel 2014 ho preso una delle decisioni più difficili della mia vita lavorariva, mettere in pausa quel progetto: le spese da sostenere (INPS, tasse) erano davvero troppe, e ho iniziato così a cercare lavoro come designer.
Purtroppo ho lavorato in realtà non facili, dalle quali il più delle volte sono uscita scottata: a 34 anni però ho finalmente raggiunto la consapevolezza che con 12 anni di esperienza non si può dire si a qualsiasi lavoro. Soprattutto quelli che offrono poco perché tanto “non ti impegna tutti i giorni, non richiede un grande sforzo”, o ancora “tu hai avuto un tuo brand, sai quanto poco budget c’è all’inizio”. Il budget sarà anche poco, ma il tuo sforzo e il tuo lavoro devono comunque ottenere risultati come se ti stessero pagando per quanto vali e per quanto vorresti ricevere.
E allora basta dare 100 a chi ti da 50!
Dello scorso agosto invece è il primo articolo di questo blog, in cui mi sono descritta come una compulsiva pianificatrice di viaggi, soprattutto quelli che non faccio. Si, perché sempre più spesso un nuovo posto entra nel mio cuore e si insidia nella mia testa. Allora inizio a fare ricerche, leggo articoli, cerco alloggi fuori dal comune, esperienze uniche, fino a quando non stilo la mia guida perfetta, come se da lì a una settimana dovessi partire per quel posto.
Insomma viaggiare mi rende felice, ma ancor di più condividere indirizzo segreti e luoghi del cuore speciali.
Così è nato Digital Wanderlust Guide: un viaggio on the road, 70 giorni a bordo del mio salottino mobile in stile vintage, una Citroën Dyane 6 rosso fiammante, attraverso 8 nazioni europee per realizzare delle guide digitali non convenzionali.
E allora ecco il link al mio progetto Digital Wanderlust Guide, appena pubblicato sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter.
Se siete un pochino curiosi vi invito a dare un’occhiata e magari se vi va a supportarmi. Questa idea è un vero e proprio progetto editoriale che racchiude un po’ tutto di me, dalla mancata laurea in editoria e pubblicistica alle t-shirt, dalle guide nate da questo blog fino ad una serie di accessori legati ai viaggi come le tazze in ceramica vietrese e i diari di viaggio che tanto amo compilare.
Perché se è vero che i sogni vanno lavorati, “to dream the impossible dream” come cantava Frank Sinatra, allora questo è davvero il frutto di un lungo lavoro e di un sogno che spero si concretizzi.
Marianna
❤️