Barcelona Giorni 11/12/13 – DWG

𝐆𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨 ①① ①② ①③

𝐁𝐚𝐫𝐜𝐞𝐥𝐥𝐨𝐧𝐚

Da dove iniziare? Beh stavolta ho un punto a mio favore avendo già visitato la città qualche anno fa. Partiamo allora dalle tappe obbligatorie, per poi scoprire quelle meno conosciute, le nostre preferite, in tre giorni super intensi!

Corriamo a fare la City Pass (in realtà va fatta online) che ci consente di ottenere alcuni privilegi tra cui gli accessi gratuiti e senza fila al Parc Güell e alla Sagrada Familia, uno sconto del 20% su molti luoghi di interesse, nonché il trasporto da e per l’aeroporto (anche quello di Girona è previsto).

Supponiamo che sia mattina (non troppo presto, ci adeguiamo subito ai ritmi catalani) e dirigiamoci sulla Rambla, un viale alberato pedonale, da Plaça Catalunya al Port Vell, già qui ci vorrebbe un articolo a sé. Incontriamo subito la Font de Canaletes. Secondo la leggenda, bevendo l’acqua dalla fontana, si farà ritorno in città (potete bere tranquilli, sono sicura che vorrete tornarci, Barcellona vi entusiasmerà).

Per darci un’iniezione di energia, vitamine e colori intrufoliamoci a la Boqueria. L’edificio del mercato è già bellissimo all’ingresso, con una struttura in ferro e vetrate colorate, ma stupisce l’interno con le bancarelle ordinatissime di frutta, verdura, pesce e carne. Un frullato a portar via e proseguiamo la nostra passeggiata in direzione del mare.

La Boqueria

E così sul lato destro ci troviamo El Raval, un tempo Barrio Chino, quartiere degradato che non godeva di buona fama, oggi invece è stato rivalutato grazie al Museo di Arte Contemporanea MACBA che ha portato al sorgere di locali di tendenza, botteghe e ristoranti etnici.

Il punto di arrivo della Rambla è il Mirador de Colom a Port Vell, una statua in onore di Cristoforo Colombo che sembra accogliere i visitatori. In una mano ha una carta geografica, con l’altra indica il mare. Salire fino in cima, attraverso un’ascensore, ci permetterà di avere una vista nuova sulla città.

Risaliamo la Rambla (ci dedicheremo dopo alle spiagge): troveremo, sempre sulla nostra destra, prima il Museu de Cera, io onestamente lo salterei, e poi El Bosc de les Fades, un luogo incantato di cui vi parlerò più avanti, in 𝐃𝐨𝐯𝐞 𝐦𝐚𝐧𝐠𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐞 𝐛𝐞𝐫𝐞 𝐚 𝐁𝐚𝐫𝐜𝐞𝐥𝐥𝐨𝐧𝐚?.

Addentriamoci nel Barri Gòtic, il centro della città vecchia, tra viuzze, librerie, antiquari, monumenti gotici e palazzi medievali. In Plaça Reial, tra le più belle della città, ho mangiato proprio sotto i portici le più buone patatas bravas di Barcellona, ma ahimè stavolta non ricordo esattamente dove! Passando per Plaça Sant Jaume arriviamo alla Catedral de la Santa Creu i Santa Eulalia (nella cripta sono conservate le sue spoglie) o semplicemente La Seu con accanto il chiostro dove nel cortile potremo intravedere tredici oche, come gli anni della martire Eulalia. Da non perdere il crocifisso inclinato del Quattrocento nella cappella di Lepanto: durante la battaglia contro i Turchi il crocifisso si trovava sulla nave di Giovanni D’Austria e secondo la leggenda si piegò, nell’attuale posizione, per evitare una cannonata.

Impossibile non passare in Carrer del Bisbe, con uno dei simboli più instagrammati di Barcellona: il ponte pedonale che collega il Palau de la Generalitat alla Casa dels Canonges. Si tratta di un falso ponte gotico aggiunto negli anni ’20 alla cui base si trova un teschio trafitto da un pugnale al quale sono legate numerose leggende e riferimenti massonici. Voi ne conoscete qualcuna?

Tra i luoghi a cui sono più legata c’è sicuramente Plaça del Pì, con la Basilica e gli artisti di strada.

Lasciata la Rambla, continuiamo la nostra visita di quartiere in quartiere e dedichiamoci alla zona di Sant Pere, Santa Caterina i la Ribera. Quest’ultima era inizialmente un rione di pescatori e l’imponente Basílica gotica de Santa Maria del Mar che vi sorge è considerata la chiesa dei marinai. Il Museu Picasso, non lontano, raccoglie le prime opera dell’artista spagnolo in un edificio che in realtà è composto da ben cinque palazzi medievali contigui.

Risalendo verso Sant Pere incontreremo il Mercat de Santa Caterina, dal tetto ondulato, dove fermarsi per una pausa-tapas!

E finalmente arriveremo al pazzesco Palau de la Musica Catalana, volto modernista di Barcellona, progettato da Lluís Domènech i Montaner. La sala da concerto è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1997. Mosaici, vetri decorati, colori vivaci, insomma preparatevi a strabuzzare gli occhi dalla bellezza.

Palau de la Musica Catalana

Ora è giunto il momento di rilassarsi, troppe informazioni, palazzi e piazze!

Possiamo scegliere di andare al Parc de la Ciutadella, il più grande della città, sorto dove un tempo Filippo V costruì la propria fortezza. Tra musicisti, bolle di sapone e artisti di strada passeggeremo tra i Castell dels Tres Dragons, l’Hivernacle e l’Umbracle (due serre, una in vetro e ferro, l’altra in mattoni e legno), la cascata monumentale e il laghetto.

Oppure a Barceloneta, quartiere storico un tempo abitato solo da marinai, dove oggi si staglia il W Barcelona, con l’inconfondibile sagoma a vela. Tra spiagge e viuzze godiamoci almeno una mezza giornata qui per assaporare la vera vita di quartiere, magari facendo anche un giro al Mercat de la Barceloneta, e per assaggiare le “bombas” o mangiar pesce, ma io non vi farò compagnia in quest’ultimo caso.

Dalle Olimpiadi del 1992 la zona del Porto Vecchio ha subito notevoli trasformazioni: attraversando la Rambla del Mar, un ponte ondulato in legno, raggiungeremo il Moll d’Espanya che ospita il centro commerciale Maremagnum e L’Aquàrium, dove possiamo passare sotto un tunnel d’acqua!

Quasi 1000 parole su Barcellona e non ho mai accennato a Gaudì, questo è un record al quale però rimediamo subito!!

Iniziamo con la Pedrera, la mia preferita (è la schermata del mio cellulare da ben sei anni e continua a fare colpo), il cui nome ufficiale però è Casa Milà. Il soprannome deriva dall’aspetto esterno del palazzo: facciata e balconi sono stati realizzati usando la pietra. Lo stile moderno del palazzo – si trattava di un edificio civile, in parte ancora oggi abitato – non piacque negli anni della sua costruzione e più volte su oggetto di satira. Ma ditemi, su quale altro tetto è possibile passeggiare tra strane figure curve che altro non sono che comignoli? Senza pensare al fatto che da qui potremo ammirare la Sagrada Familia, nostra prossima tappa.

La Pedrera

Il Tempio Espiatorio della Sagrada Familia è senza dubbio il simbolo della città, nonostante si tratti di un’opera incompleta, capolavoro indiscusso di Guadì, che ci si dedicò fino alla sua morte. L’impostazione iniziale era quella di una chiesa neogotica, ma quando Gaudì assunse la guida dei lavori, nel 1883, ne stravolse lo stile in chiave moderna, progettando un tempio proteso in verticale affinché fosse visibile da tutta la città. Prevedeva cinque navate principali e tre trasversali, tre facciate (come i tre eventi cruciali della vita di Cristo: la nascita; la Passione; la Gloria) e diciotto torri che rappresentano i dodici apostoli, quattro evangelisti, la Madonna e quella più alta Gesù. La cripta fu completata nel 1889, grazie ad una donazione anonima e poi fu la volta del Portale della Natività con le quattro torri. Dopo la morte di Gaudì, avvenuta il 10 giugno 1926 (il 7 giugno fu investito da un tram), il suo discepolo Domènec Sugranes subentrò nei lavori. Un incendio nella cripta durante la guerra civile spagnola, distrusse i progetti lasciati da Gaudì. Numerosi sono gli architetti che gli sono succeduti e si spera che la chiesa sarà finita del 2026, finanziata dalle sole donazioni dei fedeli. L’interno, maestoso, è un tripudio di luce e colori intervallati dalla presenza delle colonne. Mi raccomando non andate via senza essere saliti su una delle torri!

Casa Batlló in Passeig de Gracia cattura subito l’attenzione per la facciata decorata con piastrelle blu, verdi e viola e per le forme ondulate; ma è l’interno che stupisce in un mix di materiali quali ferro, pietra, legno e cristallo, e di giochi di luce e colori. Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, è stata costruita tra il 1904 e il 1906.

A nord di Gracia, un quartiere che è quasi un paesino, si trova Park Güell, una città-giardino secondo il progetto iniziale di Gaudì, poi divenuto parco cittadino, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1984. Scordatevi le linee rette e seguite il flusso ondulato e colorato delle piastrelle e dei pezzi di ceramica, utilizzati con la tecnica del mosaico, che decorano tutto il parco. Si entra passando accanto a due edifici fiabeschi e si giunge alla famosa scalinata con la statua della salamandra (se volete fare una foto qui, toccherà mettersi in fila!). Ed eccoci allora alla Sala Hipóstila o Tempio Dorico: vi sfido a contare tutte le colonne, quasi novanta, che formano questa sorta di foresta e sorreggono la piazza/terrazza sovrastante, lungo la quale corre una panchina ondulata e decorata a mosaico dove sedersi e godere della splendida vista su Barcellona! Da qui possiamo intravedere anche la Casa-Museu Gaudì, interna al parco, dove Gaudì ha vissuto per ben vent’anni. Passeggiate fino al Viaducto del Algarrobo, formato da colonne che sembrano ondeggiare e salite in cima al Monte del Calvario con le tre croci, la vista appagherà ogni fatica!

Ma Barcellona è anche la casa natale di Joan Miró e sul Montjuïc ha sede la Fundació Joan Miró voluta dall’artista stesso, con opere che ripercorrono tutto il suo lavoro artistico e una collezione di arte contemporanea.

Approfittiamo allora di esser saliti fin qui su per assistere (di sera) al magico spettacolo d’acqua e di colori a ritmo di musica della Fonts de Montjuic in Plaza de Espanya.

Scrivendo questo articolo mi risuona in testa “Barcelona” di Freddy Mercury con Montserrat Caballé ↓↓↓↓↓↓↓↓

ʀᴇɢᴏʟᴀ 𝟙𝟙: se abbinassimo una canzone ad ogni viaggio, avremo una playlist estremamente personale ed emozionante!

Tra i miei sogni segreti c’è quello di perdermi in un labirinto alla Alice nel Paese delle Meraviglie e appena fuori Barcellona ce n’è uno bellissimo, il Parc del Laberint d’Horta, un giardino storico del XVIII secolo. Andiamo?

Parc del Laberinto d’Horta

Storico è anche il parco divertimenti Tibidabo (1899) sull’omonima collina, dalla quale si gode di un panorama unico sulla città. Sorge davanti al Templo Sagrada Corazón de Jesús e chi non soffre di vertigini può salire sulla statua di bronzo del Cristo Redentore, a ben 575 metri di altezza. Il Tibidabo ha un fascino molto particolare con le sue giostre centenarie, tra un giro in carousel o sulla ruota panoramica dalle cabine colorate, saliamo sull’aeroplano rosso e poi sulle montagne russe. Ma come ci si arriva? In tram blau o in funicolare e il divertimento è assicurato già dal viaggio!

Sono sempre più affascinata dai musei sensoriali e a Barcellona sembra essercene uno che in parte potrebbe soddisfare questa mia curiosità. È il Big Fun Museum o Museum of Illusions. Si divide in diverse sale tematiche, dalla casa al rovescio dove tutto è sottosopra, alla piscina di palline supercolorate; dallo sweet museum alla stanza dei record, fino alla casa del gigante dove ci sentiremo davvero piccoli!

Gli amanti del calcio sono sicura che faranno una sosta al Camp Nou, lo stadio del Barcellona FC e magari, organizzandosi per tempo, potranno anche anche assistere ad una partita! Ma nel mio caso sono io la più tifosa della coppia e stavolta passo.

Che ne dite, facciamo un giro a Poblenou, il distretto artistico e culturale della città? Caratterizzato da graffiti e edifici industriali, che ne rivelano il passato, è oggi sede di showroom, gallerie e atelier. L’altissima Torre Agbar, con i suoi giochi di luce, diurni che riflettono il tempo e notturni che vivono di luce propria, fa parte ormai dello skyline del quartiere. Nel 2014 è stato inaugurato il sostenibile Museu del Disseny, tra oggetto, moda, grafica e tessile.

𝐃𝐨𝐯𝐞 𝐦𝐚𝐧𝐠𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐞 𝐛𝐞𝐫𝐞 𝐚 𝐁𝐚𝐫𝐜𝐞𝐥𝐥𝐨𝐧𝐚?

*Molti posti che citerò mi sono stati consigliati*

  • Café Zurich in Plaça Catalunya è un café storico, godiamoci una colazione all’aperto.
  • La Pineda Xarcuteria è il posto perfetto per una sosta ad ora di pranzo, trovato un pò per caso mentre passeggiavo nel Barri Gòtic con la mia amica Angelina. Una volta entrate, non saremmo più volute andar via: jamón, pa amb tomàquet e un buon bicchiere di vino!
  • La Bombeta a Barceloneta è un locale autentico che mi fu consigliato da un amico che conosce perfettamente la città. Da provare assolutamente le bombas, polpette di patate ripiene, servite con salsa brava.
  • E allora passiamo a El National, consigliatomi stavolta da una persona di super fiducia che è originaria proprio di queste zone. Location bellissima in cui è possibile scegliere tra diverse tipologie di ristorante, in base all’esperienza gastronomica che si vuole vivere!
  • Los Caracoles, dove anche il pane è a forma di lumaca, è un ristorante storico e caratteristico. L’entrata angusta nasconde un locale che si sviluppa su più piani: si passa da una sala all’altra attraversando anche zone di cucina, a me questa cosa divertì tantissimo (mi fu consigliato da mia zia che mangiò lì da ragazza).
  • Bodega Joan da molti è indicato come il miglior ristorante dove mangiare la paella a Barcellona. Che dite andiamo a provarlo?
  • Honest Greens è frutto invece delle mie infinite ricerche, alcune su Instagram (lo potete trovare anche a Madrid e Lisbona). Si tratta di un progetto nato da tre amici viaggiatori amanti della cucina sana ed economica: i prodotti provengono da agricoltori locali e i piatti sono innovativi e preparati responsabilmente.
  • El Bosc de les Fades è un luogo magico, un bosco incantato in cui nessun dettaglio è lasciato al caso. Tappa obbligatoria tra i locali di Barcellona, scegliete tra una delle birre proposte o la sangria!
  • Bar Leo è un piccolo e caratteristico bar a Barceloneta vicinissimo alla spiaggia, dove ogni sabato dopo le 17.00 si balla flamenco! 
  • Bar Jardì è un giardino segreto a due passi dalla Rambla, in fondo ad un negoziato di souvenir lo riconoscerete perché un cammello vi inviterà ad entrare. Qui potrete rilassarvi bevendo qualcosa di fresco e lasciandovi alle spalle la frenetica Rambla.

Qualcuno ha detto cioccolata calda con churros? Arrivo! 

𝐃𝐨𝐯𝐞 𝐝𝐨𝐫𝐦𝐢𝐫𝐞 𝐚 𝐁𝐚𝐫𝐜𝐞𝐥𝐥𝐨𝐧𝐚?

Nel centro di Barcellona è arduo trovare strutture “glamping”, così ho selezionato tre hotel di design in centro città, alcuni con terrazza all’ultimo piano (a Barcellona sembra essere molto comune ed è possibile accedere ai bar sui rooftop anche se non si pernotta lì).

Voi quale scegliereste?

  • Hotel Casa Bonay è la casa perfetta ”Mi casa es tu casa” nel centro di Barcellona! Un team di collaboratori ha ricreato un’atmosfera rilassata e davvero cool in un edificio neoclassico del 1869. I pavimenti delle camere sono bellissimi; ci sono quattro spazi dedicati al cibo (il corner della colazione è delizioso), tre negozi, tra cui una micro-libreria e dicono di aver uno dei migliori specialisti del caffè della città, da italiani dovremmo davvero andare a degustarlo!
  • Casa Vaganto è un piccolo boutique hotel nel quartiere dei teatri, un’oasi urbana in cui sentirsi a casa. Un indirizzo segreto, accuratamente arredato, con cinque diverse tipologie di camera tra cui scegliere. Lo sceglierei perché? Per la freschezza degli ambienti e l’armonia dei colori.
  • Retrome Urban Retreat è un rifugio urbano dallo stile retrò: bellissime le piastrelle in ogni stanza e i bagni? Ho un debole per quelli fatti così, per non parlare delle tv rosse vintage! Colori vivaci e mobili sapientemente ricercati. E per la colazione? Le tovagliette in stampe ’70s gratificano la vista! 
Casa Bonay – Casa Vaganto – Retrome Urban Retreat

𝐓𝐢𝐩𝐬! ☜ da non perdere in zona

  • La Diada de Sant Jordi o “El Dia de los Amantes” (23 aprile): la città si riempie di bancarelle di fiori e di libri: secondo la tradizione gli uomini regalano una rosa alla donna amata e la donna regala all’uomo un libro. 
  • Festa Major de la Mercè (24 settembre) è la festa patronale, celebrata con le esibizioni dei Castellers, correfocs, musica dal vivo, stand gastronomici ed eventi d’ogni tipo.
  • Avendo a disposizione una mezza giornata si può andare sul Montserrat, la montagna più importante della Catalunya a soli 50 chilometri da Barcellona, facilmente raggiungibile con i mezzi (treno + cremallera). Qui si può visitare il Monestir de Montserrat con la Basilica gotica e la statua della Madonna Nera o fare un’escursione a piedi in uno dei cinque sentieri previsti e magari a fine passeggiata assaggiare i digestivi fatti dai monaci del monastero. 
  • I Festival: il Sonar, uno dei più importanti festival di musica elettronica d’Europa e il Primavera Sound, a fine maggio. 
  • Palo Alto Market nel quartiere Poblenou: il primo weekend del mese, all’interno di un giardino botanico, i designer locali propongono i propri prodotti, il tutto contornato da ottima musica e ottimo cibo!
  • Una gita fuoriporta a soli quaranta minuti da Barcellona per visitare Masia Freixa, un edificio, anzi un capolavoro modernista a Terrassa. L’influenza di Gaudì è forte: archi e volte donano leggerezza alla struttura che si staglia bianca su un cielo blu intenso.
  • Se ad agosto capitate in città, avete un motivo in più per perdervi tra le stradine di Gràcia, il quartiere bohémienne di Barcellona: gli abitanti del rione addobbano tutte le vie, scegliendo per ognuna un tema diverso, per la Fiesta Major de Gràcia. Si tratta di un evento ormai pluricentenario e sul sito della festa è già iniziato il conto alla rovescia!  

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo:
search previous next tag category expand menu location phone mail time cart zoom edit close