Da Matera al Vulture

Basilicata – L’Italia in Pillole

Come promesso eccomi qui, voglio raccontarti la meravigliosa avventura vissuta in Basilicata con Europe Go.

Troverai tutte le tappe del tour “Da Matera al Vulture: le Vie del Cinema&Aglianico Experience” in versione pillola 💊 nella guida – digitale e gratuita – sulla Basilicata che puoi scaricare qui 👉Basilicata – L’Italia in Pillole.

Quest’articolo sarà invece una narrazione, attraverso luoghi ed emozioni, di una terra autentica e incredibilmente ricca che, trainata dalla resiliente Matera, affascina con la sua storia, meraviglia con la sua arte rupestre, incuriosisce con i suoi borghi, delizia con i suoi sapori, ma soprattutto entusiasma con la sua terra-palcoscenico, aspra e rurale, tanto amata dai registi di tutto il mondo.

Accompagnati da Maria, puntualissima e instancabile autista di Autoservizi Damasco, siamo stati accolti da Beatrice e Pasquale alla Masseria Torre Spagnola. Situata a pochi minuti da Matera e avvolta da un silenzio rigenerante, è la residenza storica più antica di Lucania e nostra base in questi giorni di esplorazioni.

Attraversa il portale sovrastato dalla statua di San Domenico e rilassati sui divani nella corte interna all’ombra della possente torre merlata. Non vedrai l’ora che cali il sole per ammirare un cielo stellato dal quale non riuscirai a staccare lo sguardo e che poi risorga, per gustare la ricca colazione con prodotti caseari di produzione propria e la focaccia tipica (si, anche io che sono una fan del dolce ho ceduto al salato).

Masseria Torre Spagnola

La prima tappa non poteva che essere Matera.

𝐓𝐢𝐩𝐬! Per comprendere appieno la bellezza di questa città, ti consiglio di affidarti ad una guida turistica. Antonia Rafaele, la nostra super guida, ci ha introdotti in un mondo antico fatto di storie di uomini e di sopravvivenza, di vicinati, di rinascita e di strade labirintiche (occhio perché qui difficilmente funzionerà il GPS).

Lo sapevi che Matera è la terza città più antica al mondo dopo Aleppo e Gerico?

Sorta a ridosso della Gravina, una depressione carsica creata da un torrente, è stata per lo più scavata nella calcarenite, una roccia sedimentaria di origine marina molto porosa e facilmente modellabile, comunemente chiamata tufo.

Sudiciume e miseria, erano queste le parole con cui la descriveva Carlo Levi, fu definita “vergogna nazionale” da Togliatti e fatta sfollare da Alcide de Gasperi a partire dal 1952; ma quella di Matera è una storia di riscatto sociale e così nel 1993 diviene sito Unesco e nel 2019 Capitale Europea della Cultura.

Il centro storico di Matera è composto dal rione Civita, dal Piano, dal Sasso Barisano e dal Sasso Caveoso. Ma come si viveva nei Sassi? Ti invito a visitare la Casa Grotta del Casalnuovo, nel Sasso Caveoso, abitata fino al 1956. Cinque ambienti scavati su tre livelli con annesse stalla e cantina, in cui sono conservati arredamenti originali e utensili d’uso quotidiano. La casa grotta era uno spazio condiviso tra famiglia e animali, in condizioni igieniche intollerabili senza acqua corrente e senza fogna, in cui diventava fondamentale il ruolo del vicinato, quello stesso vicinato – fatto prevalentemente di donne e di un’infinità di bambini – in cui non avevano nulla, ma non mancava mai nulla.

I Sassi, coevi eppur così diversi, sono costruiti in altezza e in negativo. Vieni che te li mostro!

Iniziamo la visita dal Sasso Barisano, lì dove sono posizionate le sculture di Margherita Grasselli che ci invitano ad osservare Matera non solo con gli occhi, ma anche con il cuore. Solo così noterai dettagli come i rosoni, le griglie di aerazione, veri e propri capolavori o ancora le conchiglie incastonate nelle pareti, testimonianza di tempi antichissimi.

Ci troviamo nella parte costruita in altezza, il Sasso Barisano appunto, dove le grotte venivano utilizzate come cisterne per l’acqua o cantine per il vino.

Imperdibile una sosta alla Chiesa di Sant’Antonio Abate dove, se sarai fortunato, potrai conoscere Eustachio, suonatore di cupa cupa. Questo antico strumento è formato da un recipiente in terracotta coperto da una membrana con una canna lunga e sottile legata al centro. Si tratta di un tamburo a frizione che emette suono proprio strofinando la mano sulla canna, inventato nel periodo di carnevale e suonato da un poveretto che girovagava per i sassi, in cambio di qualcosa da mangiare.

Eustachio e la “cupa cupa”

Il Sasso Caveoso è invece quello scavato, quello dell’architettura in negativo. Prima di raggiungerlo, costeggiando la gravina in via Madonna delle Virtù, fermati ad osservarlo in Porta Pistoia – siamo proprio tra i due sassi – e godi della vista suggestiva che spazia dalla gravina con il ponte tibetano al Parco della Murgia Materana con le chiese rupestri, fino alle vicine San Pietro Caveoso e Santa Maria de Idris.

Quest’ultima, posta sullo sperone di una roccia, è in realtà composta da 2 chiese quasi completamente scavate: la Chiesa di Santa Maria de Idris e la Chiesa di San Giovanni in Monterrone che conservano affreschi molto interessanti (ti consiglio di andarci al tramonto).

Passeggiando sul Piano, tra bellissime piazze, chiese e punti panoramici, potrai imbatterti in piccole botteghe in cui conoscere e vedere all’opera artigiani locali come Christian Andrisani di Studio d’Arte Kéramos. Christian ci ha mostrato come si realizza un cucù, il tipico fischietto in argilla a forma di gallo, simbolo di forza e vitalità. Si tratta probabilmente del primo giocattolo sonoro, utilizzato già in epoca magnogreca, a due tonalità, il cui nome dialettale “cuccù” richiama il canto del cuculo. Nel tempo ha assunto un significato importante nel corteggiamento tra uomo e donna: quanto più grande e ricco di fregi era il fischietto donato dall’uomo, tanto più grandi erano l’amore per la donna amata e l’offerta di ricchezza materiale.

Christian Andrisani – Studio d’Arte Kéramos

Non stupisce dunque come Matera sia stata e continuerà ad essere un set naturale per film prestigiosi, scavata com’è nella roccia, quella stessa roccia in cui sono costruite le chiese rupestri e che ha dato una possibilità alla vita, pronta ad accogliere oggi, con esperienze straordinarie, persone provenienti da tutto il mondo.

Matera

Sono sicura che dopo questa lunghissima passeggiata ti sia venuto un certo appetito. Nella guida sulla Basilicata troverai la pagina “Dove mangiare” con una selezione dei miei ristoranti preferiti in cui gustare la tipica cucina lucana! Se invece vuoi fare una sosta veloce, allora prendi un pezzo di focaccia al Panificio Paoluccio e continua il tour con me.


La Basilicata però non è solo Matera e allora voglio portarti alla scoperta di piccoli e preziosi borghi come Irsina, città-balcone con una splendida vista sul paesaggio rurale lucano in cui Michele Placido ha ambientato il suo “Del Perduto Amore”.

Ad attenderci una guida speciale, il signor Vito, simpatico e appassionato conoscitore del borgo e delle sue meraviglie che, con un racconto fatto di storia, curiosità e aneddoti, ci ha condotti in una visita divertente e davvero interessante (come contattarlo? troverete il suo numero su un foglietto davanti alla Cattedrale. Ce ne sono due, mi raccomando chiamate al secondo).

Iniziamo la visita proprio dalla Cattedrale, una sorta di fortezza inserita nelle antiche mura di cinta della città, con la facciata in stile barocco napoletano, la cripta con pianta a croce greca e il campanile con forme romaniche nella parte inferiore e gotiche nelle bifore della parte superiore. Siamo in uno scrigno di opere preziose, dalla fonte battesimale in marmo rosso di Carrara al crocifisso ligneo ai dipinti, tra tutte spicca però la Statua di Sant’Eufemia del Mantegna, rarissima testimonianza dell’attività scultorea dell’artista rinascimentale (chi soffre della sindrome di Stendhal è meglio che qui non venga).

Passeggiando per Irsina ti imbatterai in una particolarissima casa tutta rivestita di pietre e conchiglie, anche i tubi dell’acqua sono stati decorati! Si tratta di Palazzo Policarpo, abitazione privata del muratore Giulio Policarpo.

Tra i vari siti visitati, ho amato la Chiesa di San Francesco di Assisi con la cripta meravigliosamente affrescata e, appena fuori dal borgo, i Bottini, suggestivi cunicoli sotterranei ad altezza d’uomo utilizzati per incanalare l’acqua alla monumentale fontana settecentesca esterna, dopo che la stessa è stata purificata in vasche di decantazione.

𝐓𝐢𝐩𝐬! ☜ a maggio durante la Festa della Pietà e Pizzicantò potrai osservare una piramide umana ruotante!


Montescaglioso, noto come la città dei Monasteri, è un delizioso borgo arroccato a 360 metri s.l.m.. Con il signor Franco abbiamo passeggiato tra i chiostri rinascimentali dell’Abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo per scoprirne la storia e gli ambienti che per secoli hanno ospitato i monaci, i loro saperi e conoscenze. Le sale del piano superiore conservano i resti di diversi cicli affrescati, alcuni databili alla prima metà del XVI secolo, altri – quelli della Biblioteca – agli inizi del secolo XVII.

Il centro storico, come da premessa, è ricco di chiese: la Chiesa della Santissima Concessione, la Chiesa Madre dei Santi Pietro e Paolo, la Chiesa del Crocifisso, la Chiesa di Sant’Angelo, la Chiesa di Santa Maria in Platea… e potrei ancora continuare!

Sali fino al MegaMegafono, un’installazione sonora che rimanda all’antico mestiere del banditore, la tradizionale figura a cui era affidato il compito di diffondere le notizie attraverso l’uso di un megafono, e scopri quanto sia liberatorio urlare e “raggiungere”, con la propria voce amplificata, i cinque Parchi della Basilicata che si estendo proprio davanti all’opera.

𝐓𝐢𝐩𝐬! ☜  Immergiti nelle usanze e nella cultura propria degli abitanti partecipando alla Notte dei Cucibocca (lo trovi nella pagina “Festival ed Eventi Culturali” della guida sulla Basilicata).


Alle pendici dell’antico vulcano Monte Vulture, a Rionero in Vulture, nasce Cantine del Notaio, una giovane azienda nata nel 1998, ma con una storia ed un’eredità da ricercare molto più indietro nel tempo, fatte di valori, tenacia e amore.

Tradizione, innovazione, storia e cultura del territorio sono le basi da cui si parte per produrre e valorizzare il prodotto d’eccellenza di queste zone, l’Aglianico del Vulture. Si tratta di un vitigno noto fin dai tempi dell’Antica Grecia e cantato dal poeta latino Orazio. La particolarità? Le Cantine, antri naturali scavati nel tufo vulcanico che, grazie ad un perfetto e naturale equilibrio di temperatura, umidità costante e ventilazione, garantiscono condizioni eccezionali di affinamento del vino che vi riposa all’interno di barriques di rovere francese. 

Attraverso l’Aglianico Experience, potrai conoscere la storia dell’azienda e capire la scelta di ogni nome utilizzato, visitare le suggestive grotte storiche del 1600, tutte collegate tra loro, e degustare i vini accompagnati da prodotti tipici lucani. Il mio preferito? Il Sigillo.


Nella vicina Melfi, abbiamo avuto il piacere di conoscere Giuseppina Levita, una guida turistica capace di trasmetterci con semplicità il suo enorme sapere. Con lei abbiamo visitato la sorprendente Chiesa rupestre di Santa Margherita del 1200. Scavata nel tufo vulcanico, ha un’unica navata, quattro cappelle laterali ed è completamente affrescata ad eccezione del cenacolo. Tra gli affreschi, risalenti al 1300, merita una particolare attenzione “Contrasto dei vivi e dei morti” che, secondo gli studiosi, raffigura l’incontro tra Federico II di Svevia, la moglie Isabella d’Inghilterra e il figlio Corrado IV con tre morti, di cui l’ultimo non è più leggibile. I tre morti, dipinti in piedi, rappresentano una rarità rispetto alle raffigurazioni a cui siamo abituati.

La città di Melfi ha una ben conservata cinta muraria di 4 km. Con vista sul Monte Vulture, è dominata dal castello normanno svevo. Dieci torri, quattro ingressi e un ponte – un tempo levatoio – che conduce al borgo. Al piano terra del castello è ospitato il Museo Archeologico Nazionale del Melfese che custodisce uno splendido monumento funerario in marmo risalente al II secolo d.C., il Sarcofago di Rapolla. Di dimensioni notevoli, grazie ad una particolare installazione, è possibile ammirarne la sommità, con la statua della giovane defunta. Tutt’intorno, una serie di nicchie ad arco con statue di divinità e di eroi classici. Poterlo osservare dal vivo, nella sua maestosità fatta di dettagli minuziosi, regala emozioni uniche, ci troviamo di fronte ad un’opera d’arte magnifica!


Siamo ad un passo dai Laghi di Monticchio, sui quali si erge la solitaria Abbazia di San Michele Arcangelo, all’interno della quale potrai visitare il Museo di Storia Naturale e ammirare la Chiesa con la Grotta dell’Arcangelo Michele. Se vuoi trascorrere un pomeriggio di relax, allora noleggia un pedalò, passeggia all’ombra degli alberi o fermati in uno dei localini sul lago.

Laghi di Monticchio

Se è vero che gli abitanti del territorio rendono i luoghi “umani”, Vito di Irsina, Franco di Montescaglioso e Pina di Melfi, con il loro amore e la loro dedizione per questa terra incontaminata e preservata dal tempo, ne sono testimoni e testimonianza.

Buona Basilicata a tutti!

A presto

Marianna

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