Lisbona tra Fado e immaginazione

I sogni son desideri e vanno lavorati!
Sembrano saperlo bene al The Sweet Art Museum di Lisbona, un museo che diventa esperienza di felicità, all’insegna dell’immaginazione (in netta contrapposizione con il caratteristico Fado di Lisbona).

Si tratta di un vero e proprio spazio interattivo in cui ci si può tuffare nella Splash Pool, una piscina piena di marshmallows, dondolare su una nuvoletta, incontrare un unicorno, mangiare caramelle e dolci o farsi un bagno in una vasca di palline… insomma è proprio il posto perfetto per scattare delle foto super-instagrammabili! A soli 10 minuti dal centro di Lisbona, il museo è un pretesto per visitare la città. E come iniziare se non salendo sul 28, lo storico tram giallo e scricchiolante che si arrampica attraverso stradine tortuose e strettissime fino all’autentico quartiere di Alfama?

Alla fermata Portas do Sol troviamo il Castello de São Jorge e il Miradouro de Santa Luzia, splendido per le piastrelle (azulejos) che decorano il muretto del belvedere, la vista sui tetti rossi del quartiere e sul Tago.
Ma per scoprire a fondo Alfama dovremmo perderci a piedi tra i vicoletti, ascoltare le persone, sentire il profumo del bucato steso e lasciarci andare al Fado.
Chi capita lì il martedì o il sabato non può perdere la Feira da Ladra, il mercato delle pulci più popolare di Lisbona.
Poco distante dal mercato si trova Sao Vicente de Fora, un monastero che colpisce non solo per i chiostri decorati con le azulejos, ma soprattutto per l’inaspettato silenzio in cui è avvolto.

Nel Quartiere si trovano anche la Sé – la Cattedrale di Lisbona -, la Chiesa di Sant’Antonio da Sé e il Museo del Fado.

In funicolare invece possiamo raggiungere il Bairro Alto, un tempo quartiere delle famiglie benestanti, oggi zona artistica con gallerie, librerie e antiquari. Forse più noto per i locali e la vita notturna, partendo dal Miradouro de Sao Pedro de Alcantara possiamo iniziare la nostra serata lisbonese. Su Zingarate ho letto di due bar davvero unici: il Pavilhão Chinês, un eccentrico locale dai saloni molto ampi stile inizio ‘900, pieno di giocattoli e soldatini e il Procopio Bar, un locale segreto che dall’esterno sembra una casa e per entrare tocca bussare alla porta.

Sicuramente merita una visita anche Pensao Amor, un posto unico, un tempo frequentato dai marinai che approdavano in città, un vecchio bordello che ha mantenuto l’ambientazione del passato con luci soffuse e ottimi drink.

Collegato al Bairro Alto troviamo il Chiado, zona dello shopping e del café più famoso di Lisbona: A Brasileira che con i suoi interni in stile art decò è da sempre un ritrovo per artisti di ogni genere. Caro a Pessoa che qui era solito passare molto tempo e al quale è stata dedicata una statua di bronzo.

Tra i palazzi di Chiado spunta lo scheletro di una chiesa in rovina: il convento gotico del Carmo di cui restano arcate e navate, distrutto dal violento terremoto del 1755 e dall’incendio che seguì.

Dal Chiado possiamo raggiungere Baixa tramite l’Elevador de Santa Justa, una struttura in ferro con una vista a 360° su Lisbona.
Anche Baixa, cuore della città, è stata distrutta dal terremoto del 1755 e poi ricostruita. Qui merita una visita la Stazione del Rossio, con la caratteristica entrata a doppio ferro di cavallo e la Praca Dom Pedro IV, o semplicemente Piazza del Rossio, caratterizzata dalla pavimentazione a onda bianca e nera (mar largo) tipica di Lisbona, costruita dai detenuti del Castello de Sao Jorge. Al centro della Piazza c’è la statua dedicata a Dom Pedro IV, alta 27 metri.
Per gli amanti dell’amarena una sosta obbligatoria è da A Ginjinha per assaggiare la ginja, il liquore tipico a base di amarene.

Non si può andare a Lisbona e non pensare alle navi portoghesi che dal Tago partivano in cerca di ricchezze e nuove terre da conquistare. D’obbligo è quindi una visita a Belém, il quartiere marittimo sulle sponde del Tago, e al Monastero dos Jeronimos, un gioiello che custodisce oltre la tomba di Fernando Pessoa, anche quelle di due navigatori: Vasco da Gama e Luis de Camoes, anche autore del poema Os Lusìadas.
Attigua al Monastero troviamo l’antica Pasteis de Belém dove assaggiare i Pasteis de Nada, pasticcini alla crema a base di pasta sfoglia, di cui la pasticceria si narra che conservi la ricetta originale dei monaci del monastero.

Altro simbolo dell’andar per mari che merita una visita è la Torre di Belém, punto di partenza per i navigatori alla quale si può accedere attraverso una passerella e un ponte levatoio.

Tanti elementi fanno pensare a Lisbona come la San Francisco d’Europa e il Ponte 25 de Abril o ponte sospeso è uno di quelli. Collega il centro di Lisbona al comune di Almada, dove si trova il Cristo-Rei, ispirato al Cristo Redentore di Rio.
Visibile dal Monumento alle Scoperte che con i suoi 50 mt di altezza raffigura una nave pronta a salpare con i grandi esploratori. Si può accedere al terrazzo sulla sommità che regala una vista mozzafiato su Belém.

Che a Lisbona si respiri arte ovunque è noto, forse anche per questo è una meta che mi attira tanto. Il vero centro d’arte e cultura di Lisbona è rappresentato da LX Factory, una ex zona industriale riconvertita che ospita una delle librerie più belle al mondo, la Ler Devagar. La domenica qui c’è LX Market e i locali meritano una sosta per un brunch o una pausa dolce, tra questi sicuramente A Camtina.

Avveniristico è invece il recente Maat, il Museo di Arte, Architettura e Tecnologia, la cui facciata è ricoperta da quasi 15000 piastrelle tridimensionali smaltate.

Il piatto forte di Lisbona è ahimè il bacalhau, cucinato in ben 366 modi diversi. Mi toccherà assaggiarlo in una tascas, le caffetterie a gestione familiare dove si può mangiare bene e a poco.

Per il viaggiatore che vi giunga dal mare Lisbona, anche vista in lontananza, sorge come una bella visione di sogno, stagliata contro un cielo azzurro e splendente che il sole allieta col suo oro. E le cupole, i monumenti, gli antichi castelli appena al di sopra di edifici, sono come lontani araldi di quel luogo delizioso, di quella regione benedetta. Fernando Pessoa

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