Il sogno d’Oriente, il Castello di Sammezzano

Sala delle Colonne

Non ricordo esattamente come ho scoperto questo “luogo straordinario”, ma con ogni probabilità credo sia avvenuto durante una delle mie ricerche su Pinterest. La cosa più strabiliante in questa nuova conoscenza è stata certamente capire che il Sammezzano Castle si trova in Italia, nel Comune di Reggello, poco distante da Firenze.

Cavoli possiamo andare a visitarlo! È stato il primo pensiero, presto archiviato. Sì, perché il castello non è visitabile.

Prima di lasciarci andare alla magia che lo avvolge, conosciamone l’ideatore.

Il fiorentino Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, uomo geniale e visionario, dedicò gran parte della sua vita al collezionismo, alle scienze, alla politica, ma soprattutto al palazzo che ricevette in eredità. Tra il 1843 e il 1889, influenzato esteticamente dalla corrente culturale e artistica definita “Orientalismo”, ampliò e trasformò il Castello che ha così assunto l’aspetto che conosciamo.

Che c’entra l’Oriente con la Toscana? si chiedevano i fiorentini di fine ‘800.
Panciatichi non era certo ben visto dai suoi concittadini, ma in fondo “ogni persona grande ha qualcosa di folle” come è scritto in una delle stanze del Castello.
Questa struttura rappresenta il più importante esempio di architettura orientalista in Italia, nonostante Ferdinando in Oriente non ci fosse mai stato (un po’ come me che spesso scrivo di luoghi che ancora non ho visitato).

Alla sua morte la proprietà passò alla figlia Marianna, per poi diventare albergo di lusso dagli anni ’70 agli anni ’90. Ma in seguito al fallimento della società proprietaria, il Castello versa in uno stato di sostanziale abbandono (si registrano diversi cedimenti dei soffitti al secondo piano dell’edificio, infiltrazioni che hanno danneggiato pareti e ornamenti in gesso) ed è in vendita all’asta, pertanto chiuso al pubblico.

Negli anni ’80 fu anche costruito un edificio accanto al castello, ma mai terminato. Proprio quell’ecomostro avrebbe dovuto salvarlo, ma al momento non è più a norma e si aspetta che venga abbattuto.

La Sala da Fumo, la sala dei Pavoni, la Sala da Bagno, la Sala dei Gigli, la Sala da Ballo, la Sala delle Colonne, la Sala degli Specchi, la Sala delle Stelle, la Sala degli Amanti, …
C’è chi racconta che il castello abbia 365 stanze, una bugia di cui non ha bisogno per affascinare.
Sicuramente le sale più prestigiose e forse più belle sono la Sala dei Pavoni e la Sala da Ballo.

Quest’ultima, più comunemente conosciuta come Sala Bianca, è il più importante salone italiano realizzato interamente in stile moresco.
Le pareti sono costituite da stucchi di un bianco candido, così come il soffitto, che fortemente si contrappone alle porte che conducono alle altre sale, realizzate con vetrate policrome.
Sulle pareti possiamo leggere la sigla F. P. X. acronimo di Ferdinando Panciatichi Ximenes e la scritta “Nos contra Todos – Todos contra Nos” (Noi contro Tutti – Tutti contro di Noi).
La sala ha una forma ottagonale ed è circondata da un porticato di 24 colonne con capitelli a muquarnas, una soluzione decorativa tipica dell’architettura araba.

Sala da Ballo o Sala Bianca

La sala dei Pavoni è invece ispirata alla corrente artistico-architettonica indiana moghul e prende il nome dall’uccello nazionale dell’India, il Pavone.
La decorazione a ventaglio che va dal pavimento al soffitto, sfumando dal rosso al giallo, al verde, al blu fino al viola, si rifà proprio alla forma e alla cromia della coda di un pavone.
E’ un colpo d’occhio impressionante ed ammaliante, inserito dalla BBC tra i 10 soffitti più belli al mondo.

Sala dei Pavoni

Sembra che anche il Castello di Sammezzano ospiti un fantasma. Molti ospiti del periodo in cui il Castello era un albergo raccontano infatti di aver sentito, durante la notte, rumori sinistri e porte che sbattevano. Il portiere di notte decise di chiamare questa presenza “Tiberio“, poiché non si era mai mostrata ostile verso gli ospiti del Castello.

Il castello è colore, è arte, è vita.
Al suo interno sono stati girati numerosi spot pubblicitari, il più famoso per “Alien”, il profumo di Therry Muglier; un video di Dolcenera e da un paio di stagioni almeno le immagini del Castello sono utilizzate come scenografia di “Che fuori tempo che fa” su Rai1.

Vi segnalo anche un comitato nato a sostegno del castello “Save Sammezzano”, attraverso il quale possiamo essere sempre aggiornati sulle vicende di Sammezzano.

Il Castello di Sammezzano è davvero un patrimonio inestimabile; dalle prime foto che ho visto ho subito pensato che visitarlo avrebbe significato per me respirare arte e, attraverso di esso e di tutti i suoi rimandi artistici, viaggiare lontano, pur rimanendo in Italia. Sì, perché si tratta davvero di un’opera unica sul nostro territorio, ben diversa da quelle a cui siamo abituati. In attesa di poterlo visitare per davvero, qualche video per innamorarcene ancora di più.

http://toscanareggelloturismo.altervista.org/sammezzano/

https://www.youtube.com/watch?v=UIok41R4Xto

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