A spasso con Dracula

1 settimana, 1100 km e tanto ancora da vedere.
La Romania è davvero una terra inaspettata.

Atterrati a Cluj Napoca abbiamo affittato un’auto e siamo partiti all’avventura. 
Il paesaggio si è mostrato subito per la sua particolarità: piccoli villaggi con tipiche case colorate e cimiteri annessi. Alcune abitazioni hanno all’ingresso un albero con delle pentole colorate appese per mostrare che li c’è una ragazza in cerca di marito!

Se capitate in Romania lungo le strade alzate lo sguardo alla sommità dei pali della luce, vi capiterà spesso di vedere le cicogne farci i nidi.

Iniziamo subito a visitare delle chiese Patrimonio dell’Unesco, molte sono in legno e i pavimenti sono tutti ricoperti da tappeti colorati.

La cosa strana è che le chiavi delle chiese sono custodite dalle signore che abitano nei dintorni e per poterle visitare tocca quindi bussare alle loro porte.

Proseguiamo poi per Sapanta per visitare il Cimitero Allegro. A pochi chilometri dal confine con l’Ucraina, il Cimitirul Vesel è un vero e proprio museo a cielo aperto!
Le tombe hanno delle croci in legno dipinte con colori sgargianti. Su un lato sono raffigurate scene di vita del defunto o quello che più gli piaceva fare, sull’altro invece è raccontato, per immagini, come è passato a miglior vita.

In Romania c’è l’usanza dell’autostop e sulla nostra strada per Bucovina, abbiamo dato dei passaggi a signore che avrebbero voluto farci un’offerta per contribuire alle spese.

Bucovina è la regione dei monasteri, noti per essere affrescati sulle pareti esterne. Tra i più belli sicuramente quello di Agapia con accanto la città delle monache dove le donne possono pernottare.

Abbiamo attraversato le gole di Bicaz, uno splendido canyon nei Carpazi che collega le regioni rumene della Moldavia e della Transilvania. Nella stessa riserva naturalistica si trova il Lacu Rosu che al nostro passaggio era ghiacciato.
Qui ho assaggiato il kürtőskalács o camino, un dolce ungherese cotto su uno spiedo cilindrico sul fuoco, poi condito con cannella, noccioline e zucchero.

A Gheorgheni abbiamo avuto modo di visitare la casa intarsiata di una signora di origini ungheresi, madre di un pope, che stava preparando i dolci per la processione del villaggio.

Avvicinandoci alla città di Brasov abbiamo notato che, proprio come ad Hollywood, il nome della città è scritto a caratteri enormi su un monte (e non è l’unico caso in Romania). A cena da Sergiana abbiamo assaggiato la ciorba, una particolare minestra di verdure e carne.
La mattina successiva tra la folla della maratona e del rito per i morti nella chiesa di San Nicola, abbiamo visitato la Chiesa Nera, dove i fedeli sono soliti lanciare delle monetine nelle grate sul pavimento per buon auspicio (a noi non è andata così bene, la moneta non è entrata nella grata).
Qui c’era un delizioso café, il Dr. Jekelius, o più esattamente un Pharmacy Cafe in cui rilassarsi prima di arrivare a Bran per visitare il Castello di Dracula, anche se in realtà sembra che Vlad III qui abbia dormito una sola notte, dunque questo è solo il luogo che ha ispirato Bram Stoker per il suo romanzo.

Lungo il tragitto sono stata attratta da uomini che sembravano balle di fieno: erano dei pastori che indossavano dei mantelli di pelo di pecora in cui si chiudevano totalmente; io non ho resistito, ho voluto abbracciarli nonostante l’odore molto forte e farmi una foto con loro… dalle loro risatine avranno pensato che fossi un po’ matta!

Avete mai sentito parlare della Transfăgărășan?
Lunga 152 km, è considerata una delle strade più belle al mondo ed è conosciuta anche come la Follia di Ceausescu che la fece costruire tra il 1970 e il 1974 per permettere alle truppe romene di attraversare i Carpazi rapidamente in caso di un’invasione sovietica. Superato il lago artificiale Vidraru con la sua diga e gallerie con stalattiti, ci siamo dovuti fermare – per strada impraticabile – a soli 10 km dal lago glaciale Balea e dalla parte più suggestiva di questa strada (io sarei tornata indietro ben prima).

Quella notte ci siamo fermati al Cabane Lacetate di fronte al Poienari Castle, il vero castello di Dracula, ridotto ormai a rudere.

La Romania è ricca di storie, una di queste racconta che a Sibiu, dove siamo giunti la mattina successiva, ci sia un ponte di ferro sul quale i mercanti facevano affari. Chi raccontava bugie su questo ponte si dice che venisse smascherato.

Abbiamo attraversato moltissimi villaggi rom prima di arrivare a Turda che ci ha sorpreso con la miniera di salgemma, pazzesca! Dopo aver attraversato a piedi un tunnel di quasi 900 mt, si è aperta davanti ai nostri occhi una cavità enorme, difficile da raccontare. I muri, totalmente ricoperti di sale, sembravano dei pattern (sarà forse una mia deformazione professionale?). In realtà più che visitare una salina, siamo entrati in un parco giochi, sì perché nella cavità potevi salire su una ruota panoramica, giocare a bowling, fare un giro in barca nel laghetto… Il tutto a non ricordo più quanti metri sotto terra!

Dopo un tour con cena alla Fabrica de Bere della Ursus (la birra romena), l’ultimo giorno lo abbiamo dedicato alla città universitaria di Club Napoca. Un salto al Joben Bistro, uno steampunk pub, una passeggiata fino al belvedere e dritti in aeroporto dopo un viaggio che suscita ancora forti emozioni in me, nonostante siano già passati 4 anni!

Stavolta vi lascio con qualche ritratto fatto in Romania dal mio fidanzato Antonio Van Den Berck! #enjoyit


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