Kos, una parte di me

Sono passati esattamente 9 anni dall’ultima volta che sono stata qui;  24 dalla prima volta e da quel diario di viaggio, il mio primo diario di viaggio, scritto all’età di 10 anni appena compiuti (e dal quale ho attinto qualcosa scrivendo questo post).

Una pagina del mio primo diario di viaggio (1995)

Quello con Kos è un legame particolare, amo i colori dell’isola, il cibo e il mare, ma soprattutto mia nonna paterna è nata lì ed io, sin da quando ero piccola, sono sempre stata orgogliosa di poter dire che per una parte sono anche greca!

Ma andiamo con ordine: appena tornata dalla Sicilia, ho fatto appena in tempo a disfare e rifare la valigia, direzione Kos, con una breve – trasformata in intensa – sosta ad Atene (chi non sogna una vita così? in continuo viaggio da una parte all’altra con dei veloci pit-stop a casa?).

Purtroppo i voli diretti per l’isola, almeno dal sud Italia e passata l’alta stagione, vanno diminuendo. Ma la cosa in realtà non mi è dispiaciuta molto, ho amato Atene e l’idea di concentrare nelle poche ore di scalo (5 ore) un tour della città per mostrarla a mia sorella, mi ha stuzzicato parecchio.
E allora ecco i miei 5 punti fondamentali, uno per ogni ora, per un giro veloce e gustoso di Atene (li trovate anche nei miei Instagram Stories Highlights).

Dall’aeroporto si raggiunge comodamente in metro il centro della città in circa 45 minuti. Noi siamo scese a piazza Monastiraki (n. 1) per avere subito quell’effetto wow: ci si ritrova catapultati nella vita ateniese, con i suoi profumi e i suoi suoni, avendo l’Acropoli sullo sfondo (che in così poche ore è impensabile visitare!). Poiché era ora di pranzo e noi amiamo la cucina greca, abbiamo preso un gyros con souvlaki a portar via da O Thanasis (n. 2), così da poter mangiare passeggiando (n. 3) per le vie intorno alla piazza fino al mercatino delle pulci e a Psyri, un quartiere pieno di bar e taverne, negozi alla moda e murales. A Psyri, da Bougatsadiko Thessaloniki, è possibile assaggiare la bougatsa (n. 4), un dolce tipico della tradizione greca, più precisamente del nord del paese (anche questo lo abbiamo preso in versione take-away e mangiato ritornando in aeroporto). Se avete tempo assaggiate anche la versione salata, con il formaggio!

La cosa che per nessuna ragione volevo far perdere a mia sorella era (n. 5) un caffè in uno dei rooftop bar più panoramici della città: il 360 cocktail bar – ecco la vista di cui si gode!

Ma per avere un’idea delle tante altre cose da fare e da vedere ad Atene, vi rimando al mio articolo sulla capitale greca “Atene, Eu e Topos“.

Ora voliamo a Kos, mia zia Pierina è lì che ci aspetta con tutta la nostra famiglia greca. L’accoglienza è delle migliori: abbiamo mangiato i souvlaki (gli spiedini) migliori dell’isola da Souvlaki Thrasivoulos e poi guardato vecchie foto e raccontato aneddoti divertenti.
Saremo un pò ripetitive e abitudinarie, ma la mattina successiva, così come tutte le altre sull’isola, abbiamo fatto colazione da Ariston Patisserie in Platia Kazouli con bougatsa e caffè greco.

Passeggiando per la città, abbiamo purtroppo constatato con i nostri occhi i danni provocati del terremoto del 2017: la chiesa di Agia Paraskevi e il castello dei Cavalieri non sono più visitabili; il minareto nella piazza del platano è crollato.

Il Platano è stato piantato nell’anno 0 da Ippocrate di Kos. Secondo la leggenda, Ippocrate insegnava ai suoi allievi, proprio sotto al platano, l’arte della medicina di cui è considerato il padre fondatore.

Da non perdere la visita al sito di Asclepieion, il santuario dedicato ad Asclepio, dio della medicina, dove Ippocrate con altri medici curava i malati.

Il castello invece fu costruito dai Cavalieri dell’ordine di San Giovanni che arrivarono a Kos nel XIV secolo e da qui controllavano lo stretto passaggio tra l’isola e la costa turca, visibile a occhi nudi.

Dell’isola amo in particolare il mercato, con tantissime spezie e prodotti tipici come olio di oliva, miele (a fine agosto si svolge un tradizionale festival del miele) e spugne naturali, le vie dello shopping della vecchia città con le botteghe che lavorano la pelle e le gioiellerie con gli occhietti greci su bracciali, anelli, collane… e le taverne come The Fish House Taverna, con una gradinata bianca e blu per una tipica atmosfera greca.
Questi due negozietti hanno fatto breccia nel mio cuore: Agora Bohemian Concept Store e It’s all greek to me.

Dopo un pranzo al porto, tra moussaka, gemista (si pronuncia iemistà, sono delle verdure – generalmente zucchine, pomodori o peperoni – ripiene di riso), tiropita e kokkino tirì (il formaggio di capra rosso che si ottiene lasciandolo nel vino rosso fino a quando non diventa di un color porpora – ma mi raccomando va passato sotto l’acqua prima di tagliarlo per fargli perdere leggermente il sapore forte di vino), siamo andate a rilassarci a Kardamena, sei chilometri di sabbia cristallina e acqua trasparente, meta per lo più turistica dell’isola con una quantità infinita di bar sul mare. Noi abbiamo scelto il Chris Snack & Cocktail Bar, prima di raggiungere a cena una parte della nostra famiglia greca.

Sembra impossibile, ma per i primi due giorni in Grecia il mare lo abbiamo visto solo da lontano o di notte, così su suggerimento dei nostri cugini, il giorno seguente siamo andati a Kefalos, sul lato ovest dell’isola, al Cavo Paradiso Beach, un vero e proprio paradiso come suggerisce il nome.

La strada per la spiaggia non è asfaltata, si percorrono diverse centinaia di metri in discesa, per lo più curve, prima di arrivare a una lingua di spiaggia chiarissima. Il paesaggio tutt’intorno è arido, con macchie di vegetazione e il mare di un colore turchese. Credo sia stato davvero il bagno più bello che ho fatto quest’anno!

Sulla strada per Kefalos è possibile visitare la Traditional House of Kefalos.

A pranzo ci siamo fermati in una locanda vista mare a noi cara, la Taverna Maria, poco più avanti all’isolotto di Kastri, che con la sua chiesetta bianca dal tetto blu, dedicata ad Agios Stenanon, è diventata un’immagine simbolo di Kos. Sembra che suonare la campana della chiesa porti fortuna, forse perché solo gli audaci arrivano a nuoto sull’isolotto e si arrampicano fino ad essa.

Siamo poi saliti in paese per vedere il mulino Papavasili al bar Mylotopi, una struttura certamente d’impatto, ma deludente, mentre la vista è assolutamente appagante. Molto bello è invece il tradizionale e funzionante mulino a vento di Antimachia, trasformato oggi in museo, dove ad accoglierci c’era un simpatico asinello.

Lungo la strada capita spesso di incontrare le caratteristiche chiesette greche di colore bianco con il tetto blu. Ogni chiesa è dedicata ad un santo e la voglia di fermarsi per scattare foto è irresistibile!

Ora che sono diventata una sunrise addict ho avuto anche il coraggio di fare un bagno alle 5.36 del mattino. Credevo di non trovare nessuno in spiaggia, ma in realtà due signore erano lì per godersi lo stesso spettacolo. I colori erano a dir poco sorprendenti, dal viola al rosso, dal rosa all’arancio; veder poi sorgere il sole sull’acqua, perfetto nella sua sfericità, senza nessuna nuvola a oscurarlo, è stato impagabile. E così, dall’alba al tramonto, abbiamo deciso di andare a Zia, una piccola località collinare nel distretto di Asfendiou da cui dicono si possa vedere il tramonto più bello dell’isola. Per trovare un buon posto al Barista Zia conviene non arrivare tardi, così da fare una passeggiata anche per i negozietti di souvenir.

Qui c’è un ottimo ristorante tradizionale, la Taverna Oromedon, ma noi abbiamo preferito immergerci in una serata più turistica, con musica e ballerini in costumi tipici da Taverna Fantasia e ballare così anche un pò di sirtaki.

Dall’isola ogni giorno partono i traghetti che raggiungono Bodrum – in Turchia – in circa un’ora, dove oltre al castello e al teatro antico, il martedì è possibile visitare il caratteristico mercato.

A poco più di 3 ore di navigazione invece si trova Rodi (consiglio una visita a chi si trattiene qualche giorno in più a Kos – io la visitai la prima volta che venni qui).

Più suggestive sono probabilmente le escursioni in caicco, magari sull’isola vulcanica di Nisiro (sembra che un tempo fosse un tutt’uno con l’isola di Kos) dove, in un paesaggio lunare, si può camminare nel cratere del vulcano.

Insomma Kos è una piccola isola che può offrire davvero tanto, sapete che ha anche una piscina termale naturale e gratuita – Therma Beach – dove l’acqua solfurea sgorga a più di 40°?

Sono stata sull’isola nella seconda metà di settembre, forse il periodo migliore per evitare sia l’affollamento dei mesi di luglio e agosto che un fastidioso meltemi. Ho noleggiato una classica auto per girarla, ma credo sia più divertente scegliere un quad o un buggy. E ovviamente non ho pensato alla dieta neanche per un istante mentre ero lì!

Se volete dei suggerimenti sui piatti greci tipici da assaggiare e magari qualche ricetta, scrivetemi pure, attingerò dai ricettari di famiglia. 

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